Marco Zoppi: Svizzera e l’utilizzo del trust familiare

Il Trust Familiare è uno strumento di ottimizzazione fiscale e di investimento fondamentale per porre il patrimonio conferito al riparo dalle rivalse di eventuali creditori, anche se corrispondenti ad istituzioni statali e parastatali, e per ottenere benefici di carattere fiscale e finanziario da riservare al beneficiario dell’investimento. In un trust familiare possono essere conferiti beni di qualsiasi natura, dai patrimoni monetari a quelli immobiliari, dai titoli azionari alle partecipazioni aziendali, dalle opere d’arte fino a proprietà di qualsiasi genere.

Il Trust, negozio finanziario di origine anglosassone, diffusosi in Italia solo in tempi relativamente recenti, è un istituto fondato sulla fiducia: il rapporto che lega il disponente al trustee, infatti, prevede da parte dell’investitore la momentanea rinuncia alla titolarità del possesso dei beni conferiti nell’investimento, che vengono affidati in toto alla gestione più o meno autonoma del fiduciario, con lo scopo di ottenere da essi un vantaggio economico futuro.

 

Marco Zoppi, il ruolo del trust in svizzera

In Svizzera il Trust è già da tempo uno degli strumenti più utilizzati dai Family Office per provvedere alla protezione e alla capitalizzazione dei beni appartenenti a famiglie benestanti in previsione di un periodo di difficoltà economica e politica. All’interno del territorio elvetico, questo negozio è riconosciuto dai risparmiatori stessi come un elemento fondamentale nel più ampio contesto della pianificazione patrimoniale, dell’ottimizzazione fiscale, della protezione del patrimonio e della tutela della privacy.

Riconosciuto già da una decina di anni dalla Legge Svizzera, che nel corso del 2007 ha ufficialmente ratificato le disposizioni sancite dalla Convenzione dell’Aia sui Trusts del 1 Luglio 1985, il Trust è in realtà già da molti decenni uno degli strumenti più utilizzati ed apprezzati dagli istituti di credito operativi nel territorio elvetico: spesse volte, infatti, questi ultimi sono stati chiamati a gestire patrimoni immobiliari affidati alla gestione di fiduciari di origine anglosassone, nell’interesse di beneficiari esterni.

In Italia il Trust, in tutte le sue accezioni, è stato legalmente riconosciuto già nel 1989, stentando però lungamente ad affrancarsi dall’immagine di strumento di elusione fiscale attribuita a questo istituto dal senso comune: oggi, grazie anche all’opera di propaganda compiuta da alcune tra le più eminenti personalità del mondo della Finanza, il Trust è diventato l’istituto di riferimento per la trasmissione patrimoniale familiare, per la tutela dei patrimoni dei soggetti deboli, per il pagamento dei creditori e per molte altre operazioni finanziarie.

 

L’applicazione del trust in Italia

Sia in Svizzera che in Italia il Trust è soggetto ad imposte di successione, di reddito e di donazione, e alla ritenuta. I Trust aperti in Svizzera e non intestati a risparmiatori autoctoni devono essere denunciati al Fisco dello Stato di origine del disponente e sono soggetti a specifica tassazione.

In Italia, così come nel territorio elvetico, il Trust familiare può essere Revocabile o Irrevocabile: solo nel primo caso il disponente dell’istituto può concordare di volta in volta con il fiduciario le modalità di gestione del capitale conferito nel titolo.

 

Portabandiera della campagna di sensibilizzazione dei risparmiatori sui vantaggi resi possibili dall’impiego del Trust, Marco Zoppi ha più volte sottolineato il suo parere riguardo al Trust, identificando in questo istituto uno strumento irrinunciabile nell’ottica dell’ottimizzazione fiscale e definendolo come punto di riferimento per la valorizzazione e la gestione di patrimoni monetari ed artistici, oltre che per la gestione successoria familiare ed aziendale.

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